Eccoci qua con un nuovo appuntamento della rubrica Collector's views:
questa volta abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio Underdog collection, chiacchierando insieme a Bruno Izzi, Fabio Zivoli, Alessandro Mistretta e Tony Pecoraro.
Quattro amici che hanno dato vita alla collezione, avventurandosi tra fiere e mostre alla ricerca condivisa di artisti giovani ed emergenti.
In che modo e quando vi siete avvicinati all’arte e perché avete iniziato a collezionare arte insieme?
Fabio: “Ognuno ha iniziato a collezionare per conto proprio con le proprie motivazioni, ma proprio l’arte ci ha fatto incontrare. Personalmente mi sono avvicinato all’arte perché dovevo arredare qualche parete bianca di casa e quindi ho iniziato a visitare delle gallerie tra cui una piccola galleria di Savona, nella quale ho acquisto i ritratti di un giovane artista.
Così pian piano ho preso l’abitudine di entrare nelle gallerie in ogni città in cui andavo. Successivamente ho iniziato a frequentare anche le fiere d’arte.
Noi 4 ci siamo conosciuti grazie a un blog di arte su FinanzaOnline, che parla di arte storicizzata ed emergente e che riunisce persone che hanno la passione per questo mondo.
Così abbiamo iniziato insieme questo percorso, appassionandoci sempre di più nonostante la distanza. Il rapporto è perciò iniziato telefonicamente e incontrandoci in alcune occasioni fieristiche.”
Bruno: “L’arte mi è sempre piaciuta, anche se non avevo mai pensato di collezionarla.
Un giorno ho iniziato ad intraprendere l’arte contemporanea, studiando e seguendo il sito di Finanza Online. Ho creato un post raccontando la mia storia di “collezionista alle prime armi” durante una mostra dell’artista Tshabalala di cui mi ero innamorato, ma purtroppo non sono riuscito ad acquistare nessuna delle sue opere. Alessandro leggendo il mio blog e avendo l’artista in collezione, mi contattò. Da qui è nata una grande amicizia.”
Alessandro: “Il punto fondamentale è che nessuno di noi ha un background sull’arte, siamo tutti neofiti. Nella curiosità di scoprire un’artista, mi sono imbattuto anch’io nel sito Finanzia Online.”
Quel è l’idea di base di Underdog collection? Perché questo nome, Underdog collection?
Fabio: “Dopo aver unito le nostre forze, volevamo creare un nome per identificarci.
L’idea iniziale era unire in qualche modo le nostre iniziali di nomi/cognomi ma non ha avuto un grande successo.
“Underdog” in inglese/americano vuol dire “lo sfavorito”, colui che non è accreditato di nulla ma alla fine in qualche modo vince.
Noi siamo partiti un po’ ignari di tutto, amanti di un’arte di super giovani non semplice da rintracciare.
Abbiamo messo insieme quattro forze che all’inizio erano misere, ecco perché questo nome.
Successivamente abbiamo creato il sito, gestito interamente da noi che aggiorniamo costantemente promuovendo con molto piacere i nostri artisti.
Il focus è proprio l’arte contemporanea, quasi a livelli estremi perché gli artisti che collezioniamo sono quasi tutti under30; sono artisti che prendiamo alle prime mostre o negli studi, che non hanno delle gallerie alle spalle e che spesso studiano ancora.
Questa è una scommessa, ma il riscontro è sempre stato incoraggiante perché l’altra parte bella che amiamo del nostro collezionare è seguire gli artisti passo per passo.
Ci entusiasmiamo alle loro prime mostre, quando li vediamo già giovanissimi in qualche museo e quando notiamo l’apprezzamento da parte di collezionisti importanti e più esperti. Ci piace l’idea che siano giovani, perché possiamo vivere con loro nuove esperienze e respirare quel piacere di aver vinto una “scommessa”.
La vostra collezione è composta da artisti emergenti. Quindi, come noi di Rea il vostro obiettivo è quello di avvicinarvi e sostenere gli artisti emergenti, perché? e cosa intendete per artisti emergenti?
Alessandro: “La premessa da fare è sicuramente a livello economico.
L’immagine del collezionista è tutt’altro.
Noi come collezionisti siamo abbastanza anomali. Adesso abbiamo molti artisti internazionali e di gran successo, in quanto la nostra fortuna è stata riuscire ad acquistarli molto giovani.
La nostra collezione è indirizzata più verso artisti americani, africani e ultimamente brasiliani che artisti italiani.
La parola emergente è difficile da catalogare, noi cerchiamo artisti che ci colpiscono, giovanissimi perché ci entusiasma l’idea di averli scoperti.
Ci piace la ricerca.
Collezionare artisti emergenti vuol dire anche poter parlare con loro. Ultimamente con tutti gli artisti che abbiamo collezionato abbiamo creato un rapporto di amicizia e non si tratta di semplici acquisizioni di opere...
Dopo mesi e anni continuiamo a mantenere i rapporti, ed è proprio questo il bello di poter costruire un’avventura insieme.”
Su che base decidete di comprare un’opera?
Fabio: “Siamo molto selettivi. Si tratta di un lavoro complesso perché cerchiamo sempre di acquistare lavori condivisi da tutti.
La prima difficoltà è metterci tutti d’accordo, bisogna però sottolineare che non facciamo il 100% delle acquisizioni tutti insieme. Alcune opere le prendiamo per noi stessi.
Ciascuno nelle sue ricerche segnala dei nomi, poi iniziano le indagini fino al contatto diretto con l’artista per conoscerlo di più.
Sui social facciamo un lavoro di intelligence, cioè andiamo a vedere chi segue chi, chi ne parla ecc. Spesso così vediamo se c’è un interesse verso un determinato artista ma non sempre perché è capitato più volte che l’interesse l’abbiamo creato.
Non abbiamo tanti elementi per fare una scelta ponderata, perciò spesso ci affidiamo alla nostra esperienza, all’istinto, al pregresso…l’occhio va certamente un po’ allenato.
Ritornando al discorso economico prima di decidere ci sono molte ore di confronto e di studio da mettere in conto.”
Quante opere avete e dove le esponete?
Bruno: “Abbiamo quasi 100 opere acquistate negli ultimi 5-6 anni e vengono esposte a casa di ognuno di noi, non avendo un magazzino...si appendono ovunque dove c’è spazio.”
La prima e l’ultima opera acquistata?
Fabio: “L’ultimo acquisto è stato molto sostanzioso, il nome dell’artista è Ludovic Nkoth.
Con i suoi lavori racconta una storia di migrazione, così ha fatto nella mostra a Luce gallery di Torino dove ha messo in scena il tema dei naufraghi. Già da un annetto seguivamo questo artista, ma ogni galleria ci diceva che era introvabile.
Per esperienza, se di un artista ne parlano tutti basta poco per non riuscire ad acquistare i suoi lavori. Potrebbe sembrare una follia ma in questo mondo è così che vanno le cose.
La prima opera, come acquisto condiviso di Underdog sono state 5 sculture di miniere di diamanti in Sudafrica dell’artista Bronwyn Katz, la quale farà presto un suo show al White Cube.”
Potreste essere interessati a conoscere meglio i nostri artisti? Pensate che ci possa essere un nesso tra Rea e Underdog collection?
Bruno: Personalmente, vi conoscevo già e mi aveva molto incuriosito la vostra realtà dove gli artisti espongono loro stessi. Trovo che sia una fiera molto interessante.
Noi siamo super emergenti come voi, quindi sicuramente siete una piattaforma che seguiremo con molto piacere.
Maggio 2021, in conversazione con Beatrice Dezani.
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